Sandra Binion
Dark Water
18 marzo - 20 maggio 2017
Attraverso un articolato dispositivo di visione che si avvale di media diversi - video, suono, fotografia e scultura –Dark Water induce a riflettere con uno sguardo contemporaneo sulla figura di Eva e sul Giardino dell’Eden, luogo archetipico di creazione, bellezza, purezza, ma anche di tentazione e peccato, dove la deliberata volontà soppianta l’innocente abbondanza.
La possibilità di poter ricostruire un proprio Giardino dell’Eden in una condizione esistenziale dove bellezza e caducità coesistono è al centro della riflessione della Binion. Dark Water, come sottolinea la storica J. Michelle Molina nel testo scritto per il catalogo della mostra “cattura per un istante ciò che è disperso, mutevole, dilatato e ci fa soffermare davanti alla misteriosa bellezza dell’immanente”. Tra le fonti di ispirazione del progetto, vi sono anche due giardini particolarmente cari alla Binion, quello che sua madre ha coltivato nella sua casa di Chicago per oltre sessant’anni e quello della sua amica Pia Pera, scrittrice e saggista tristemente scomparsa di recente, che ha lasciato una struggente testimonianza della sua malattia e del suo intenso rapporto con la natura nel libro Al giardino ancora non l’ho detto.
La possibilità di poter ricostruire un proprio Giardino dell’Eden in una condizione esistenziale dove bellezza e caducità coesistono è al centro della riflessione della Binion. Dark Water, come sottolinea la storica J. Michelle Molina nel testo scritto per il catalogo della mostra “cattura per un istante ciò che è disperso, mutevole, dilatato e ci fa soffermare davanti alla misteriosa bellezza dell’immanente”. Tra le fonti di ispirazione del progetto, vi sono anche due giardini particolarmente cari alla Binion, quello che sua madre ha coltivato nella sua casa di Chicago per oltre sessant’anni e quello della sua amica Pia Pera, scrittrice e saggista tristemente scomparsa di recente, che ha lasciato una struggente testimonianza della sua malattia e del suo intenso rapporto con la natura nel libro Al giardino ancora non l’ho detto.
Dark Water is comprised of five interrelated pieces in video, sound, photography and sculpture that reflect on Eve and the Garden of Eden, re-constructing this archetypal site of creation, beauty, purity, and temptation where willful curiosity supersedes innocent bounty.
The possibility to reconstruct one’s own Garden of Eden in an existential condition where beauty and transience coexist is a core consideration of Binion’s work. As the historian J. Michelle Molina underscores in her text written for the exhibition catalog, Dark Water "momentarily captures the scattered, the changing, the dispersed and we pause before the mysterious beauty of the immanent". Among the sources of inspiration for the project are two gardens particularly dear to Binion: the one that her mother cultivated at her Chicago-area home for over sixty years, and that of Binion’s dear friend Pia Pera, a writer and essayist who sadly passed away recently and who has left a poignant testimony of her disease and her intense relationship with nature in the book Al giardino ancora non l’ho detto.
The possibility to reconstruct one’s own Garden of Eden in an existential condition where beauty and transience coexist is a core consideration of Binion’s work. As the historian J. Michelle Molina underscores in her text written for the exhibition catalog, Dark Water "momentarily captures the scattered, the changing, the dispersed and we pause before the mysterious beauty of the immanent". Among the sources of inspiration for the project are two gardens particularly dear to Binion: the one that her mother cultivated at her Chicago-area home for over sixty years, and that of Binion’s dear friend Pia Pera, a writer and essayist who sadly passed away recently and who has left a poignant testimony of her disease and her intense relationship with nature in the book Al giardino ancora non l’ho detto.