Una stanza tutta per sé
per Silvana
Antonella Anedda, Sandra Binion, Patrizia Bonanzinga, Nicolò Cecchella, Marta Dell’Angelo, Serena Fineschi, Darren Harvey- Regan, Marcantonio Lunardi, Luca Lupi, Beatrice Meoni, Sabrina Mezzaqui, Sabina Mirri, Mariagrazia Pontorno, Andrea Santarlasci, Silvia Vendramel, Tatiana Villani
con Pietro Gaglianò e Ilaria Mariotti
17 settembre - 14 ottobre 2022
Nel 2014 Silvana Vassallo ha fondato a Pisa la Galleria Passaggi che, fino al 2019, è stata un importante punto di riferimento per l’arte contemporanea, con mostre e progetti che hanno coinvolto autori e autrici internazionali e attratto pubblico dalla Toscana e da tutta Italia.
Silvana ne è stata l’intrepida direttrice. Da appassionata studiosa ha inteso la Galleria come spazio di pensiero e di possibilità di azione, sempre aperto al dialogo e al confronto privilegiando l’attività di ricerca, lavorando con gli artisti su progetti da sviluppare e realizzare in stretta collaborazione. In una prospettiva di ricerca e di relazione si collocano anche gli incontri e gli appuntamenti interdisciplinari che hanno caratterizzato anch’essi l’attività della Galleria volti ad approfondire tematiche relative alla contemporaneità e che ambivano a coinvolgere un pubblico vasto.
A tre mesi dalla sua scomparsa presso la Galleria Passaggi si tiene un omaggio per Silvana, un omaggio che quasi inevitabilmente prende la forma di una mostra delle artiste e degli artisti che in questi anni hanno collaborato con la galleria.
Le opere, provenienti da ricerche formali e concettuali molto variegate, compongono la traccia per un ricordo di Silvana radunandosi attorno all’ispirazione del celebre saggio di Virginia Woolf Una stanza tutta per sé. Il testo, una pietra miliare per gli studi di genere, viene qui adottato piuttosto come un “citazione biografica” di qualcosa che Silvana ha amato, condiviso e di cui ha fatto esperienza. Il titolo, inoltre, descrive bene cos’è stata la Galleria Passaggi: un luogo tutto per lei, appunto, necessario rispetto a un progetto ambizioso e sentito come indispensabile, un luogo privato ma la cui esistenza è stata possibile solo grazie all’incontro e alla condivisione. Un luogo vitale e fecondo grazie alla generosità, all’impegno e alla fiducia sua e di tutte le persone, i pensieri, le opere, le parole e i gesti che lo hanno abitato.
In un brano del saggio Virginia Woolf si riferisce alla fantomatica sorella di Shakespeare, a cui dà il nome Judith e scrive:
Lei morì giovane e non scrisse nemmeno una parola … Ora è mia ferma convinzione che questa poetessa che non scrisse mai una parola e fu seppellita nei pressi di un incrocio, è ancora viva. Vive in voi, e in me, e in molte altre donne che non sono qui stasera perché stanno lavando i piatti e mettendo a letto i bambini. Eppure lei è viva. Perché i grandi poeti non muoiono; essi sono presenze che rimangono; hanno bisogno di un’opportunità per tornare in mezzo a noi in carne e ossa.
Questa mostra è un pensiero, un ricordo, una promessa, attraverso la presenza di persone incontrate su tragitti più o meno lunghi ma intensi, attraverso la presenza di opere, oggetti fisici che celebrano queste relazioni e la vitalità della scommessa di poter contare su “una stanza tutta per sé”, o forse su “una stanza tutta per noi”.